08 gennaio 2010

VISITA AD UNA MOSTRA DI PITTURA CONTEMPORANEA


2005.10.17. Dopo la pubblicazione di Frammenti di Luce, fui attaccato da un mio benevolo critico impregnato di immanentismo scientista, chiuso nel suo “ermetismo” “frutto del tormentato, frammentato, a volte incomprensibile pensare e sentire d’oggi”. Mi fu spontanea una vivace rilettura “poetica” dell’uomo d’oggi, dopo che avevo visto alcune “ben poco comprensibili” pitture-sculture nelle Piazze di Padova e perfino dentro l’Università. Pitture-sculture che (come tanta poesia) restano un enigma e riflettono la psiche non tanto di chi le ha fatte quanto della società occidentale che le ha maturate. . .
L’arte è per sé intuitività, immediatezza, sintesi di comunicazione. Dovrebbe parlare da sé d’una immanenza orientata al trascendente, d’una trascendenza scopribile a partire dall’immanente; non dovrebbe aver bisogno di troppa esegesi. Se no, ne è l’involuzione. Oggi l’uomo occidentale è l’involuzione di se stesso. Una solitudine in un mare di comunicazioni, dove i contatti non sono che scontri di “gusci” alla deriva….


Uomo del duemila,
tuffato in immanenze filosofiche
e in futuristiche
tecnologie informatiche
tu insisti a definirti libertà
pura che sa
e sottomette
e detta legge
indefinitamente
come se un appetito anche perverso,
fosse diritto umano;
così tu esalti la schizofrenia
magmatica
della ragione e della volontà
in una società di manichini
narcisisticamente
al centro di se stessi…

Tu, maschera d’un idolo
forgiato da una fantasia iperbolica
e trasbordato all’oggi
sull’onda illuministica,
sei la commedia irenica
d’una tragedia
costretta a sopravvivere
come orizzonte d’ogni desiderio…

Tu stesso ti sei fatto
pittore inquieto
degli infrarossi d’una società
ridotta a massa compiuterizzata
dove il tuo nome è un numero
che si singolarizza in stravaganze
di vesti, d’ornamenti, di tatuaggi
e il tuo cammino
un navigare incerto
tra oroscopi ed occulti magicismi
tra satanicità ed esoterismi
o un furbo arrampicarsi nel successo
o nel denaro
tra tante quotidianità appiatite
fino allo sbando.

E in scritte ermetiche da bassifondi
o in quadri di valore, indecifrabili
tu ti dipingi come distorsione
di forme e di colori
come corporeità
narcotizzata
da musiche e profumi
e droghe psichedeliche
per sensazioni estreme,
come lo sguardo vitreo
d’occhi rappresi
nell’insignificanza
d’un volto decomposto,
come baldanza desocializzata
caustica e impaurita
in una terra che non t’è più amica
e dentro un cielo senz’interiorità.

Rimossa
l’aspirazione cosmica d’un “cuore”
oltre il tuo io
e l’universo,
tu, scrutatore del transpersonale
e dell’inconscio
tutore d’una scientificità
disinibita
dall’atomo alle stelle, al cromosomo,
trasudi nel pennello la vertigine
di non capirti.

Nessun commento: