09 gennaio 2010

TORMENTO OLTRE LA MORTE




2005.07.11. In un momento di relax, al posto del caffè di routine, nel mio Ufficio a Propaganda Fide, in Piazza di Spagna, mi sono venuti in mente i tanti morti con il corpo in dissoluzione; i primi uomini arrivati sulle colline di Roma, i milioni di altri passati anche sul terreno dove stavo io, il loro destino, la loro vita terrena e l’attuale loro vita.
L’uomo non cessa di essere sorpreso e ripreso da un “io” sotterraneo che riemerge come “interrogativo esistenziale” pensando ai quattro giorni che gli restano da vivere e al modo con cui ha vissuti i precedenti giorni. E pensa, poi, all’ineludibile morte e, come dicono alcuni “aggiornatissimi filosofi occidentali”, al nostro “totale azzeramento”; oppure, come dicono i cristiani (e non solo loro) a un suo… “oltre” con ciò che ne potrebbe conseguire .


Nell’ultimo giudizio dopo morte
saranno sui miei occhi
gli occhi di Dio
immobili, abissali
se pure affranti…

A quello sguardo crollerà afflosciato
il fragile castello del mio io
e non mi resterà che qualche scheggia
di bene cui non davo il suo valore…

Allora, brutalmente ammetterò
d’avere trascurato
il vero amore - quello d’un Papà
che m’attendeva ad ogni crocevia –
e griderò il bruciore
- non so per quanto -
d’aver sciupato giorni tanto intensi
o decisivi della vita mia.

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