Roma, 21. 11. 2007. Ho ricordato uno sciame di formiche…visto durante l’estate, in una strada di Montegalda. Ne ho rivissuto l’esperienza fatta, tirando conclusioni che tanti avrebbero potuto pensare… anche senza esprimerle.
È un nero andarivieni di formiche
che incrocio sulla strada di campagna
sferzate
dal sole e incolonnate
in una lunga scia
dai luoghi del bottino fino al nido
ed è un parlarsi svelto, orientatore,
col cibo alle mandibole
un erpicarsi sulle asperità del suolo
senza mollare;
un arrivare turgido di gioia
entrando in tana.
Ma è anche un roteare di guerriere
quasi demente
quando curiosamente
con un bastone invado il loro impero,
il covo delle uova e il trono occulto
della regina.
Con esse sbuca sù l’intero sciame
che si sparpaglia
come a tenaglia
brandendo ogni formica la sua larva
contro il profanatore
di tanta intimità.
In quel momento
sento d’avere infranto
la loro pace intensa e laboriosa
e per un niente!
E penso ai folli dell’umanità
che gustano la guerra e il suo spettacolo
e scovano e tormentano e sbrandellano
anche gli inermi
peggio che se formiche…
2 commenti:
incomincio a leggere
Speriamo che tu abbia il coraggio di arrivare fino in fondo
Posta un commento