09 gennaio 2010

FRINGUELLO MIO




Nel Bellunese 25/01/2006. Guardando un fringuello infreddolito, in mezzo alla neve, che stentava a trovare cibo e si ostinava ad aprire bacche durissime, pensavo a migliaia di persone, ragazzini di strada in particolare, che conducono una vita di sussistenza molto simile. Durissima.

Quanto sei piccolo, fringuello mio
che vieni saltellando sulla neve
e quanto impercettibile il fruscio
sul gelido muretto della Pieve.

Sei solo e cerchi bacche fra le spine
dall’alba, in ogni siepe, fino a sera;
le sbucci tra le fragili zampine
sognando che sia mai una primavera.

È questo il primo inverno che tu passi
soffrendo un’adolescenza intontita
fra rami nudi, cieli plumbei e sassi
senza un canto che inebri la tua vita.

Coi mesi imparerai che ogni stagione
per quanto tu la veda brutta o bella
ha un suo profumo ed una sua illusione
le tenebre e la luce d’una stella.

Ma non dimenticare, fringuellino,
che un mondo freddo e senza compassione
potrebbe trasformarsi in un giardino
se pure tu ti fai condivisione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quell'uccellino mi fa solo tenerezza. Gli aprirei subito la finestra per accarezzarmelo... Francesca