08 gennaio 2010

QUELLO SPUTO


Roma, 2005.07.12. Passando il ponte sul Tevere, di fronte a Castel S. Angelo, in Roma mi mi fermai a guardare l’acqua che scorreva con i suoi gorghi, portandosi via rifiuti ed altro.Guardando poi alla mole Adriana e alla Basilica di S. Pietro… pensavo al tempo che va. Sputando sulll’acqua –una sconvenienza, che mi ha suggerito di sostituire Tevere con canale- m’è venuto spontanea la coniugazione: perennità-precarietà, della persona umana.

Quello sputo schizzato
con spavalda idiozìa
dal ponte sul canale
non era
un rifiuto tra tanti
che oscillava in balìa
della corrente
ma una parte di me
che mestamente
se n’andava, per sempre.

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