09 gennaio 2010

POVERO GIRASOLE


Roma, 13 dicembre 2005. Dopo aver guardato una distesa di girasole lungo la ferrovia Arezzo-Chianciano. immedesimandomi in uno dei girasole. È la storia di ogni vita che l’uomo ha la sfortuna-fortuna di poter rileggere, interpretare.

Povero girasole
anche per te passata è la stagione
dei grandi sogni.

La tua corolla gialla è rinsecchita
E più non gira ardita
faccia a faccia col sole tutto il giorno
tra palpiti di vento
e silenzi di fuoco
e nubi ingelosite
per tanta somiglianza e sintonia.

Più non t’innalzi ormai sugli altri erbaggi
come facevi
quasi invaghito d’essere qualcuno
tra mille,
in sincronia con l’Alto
in un podere aprico
d’antica villa
che tutti incuriosiva.

Ora la testa gravida di semi
sta china
e guardi al suolo
dov’essi ad uno ad uno
staccandosi cadranno
e sprofondandosi rispunteranno
dimentichi di te
o disperdendosi finiranno cibo
di quanti attendono
la tua dissoluzione…

E pensi e pensi
perché la vita nasca da un morire…

Nessun commento: