09 gennaio 2010

TSUNAMI


2006.02.17. Ho voluto ricordare il tsunami, non tanto descrivendone il fenomeno nella sua eccezionalità, ma immedesimandomi in uno dei “turisti del sesso” uccisi dall’ondata, che hanno investito le vacanze natalizie ben diversamente che nella intimità di Cristo bambino. E si trova improvvisamente nell’aldilà! E guarda ciò che resta delle sue attese... umane.... della sua corporeità stessa.

Su questa spiaggia della terra Thaj
intima, tropicale,
quasi irreale
tutta sogno e barbagli
d’attese, di silenzi
e di complicità,

all’improvviso
in faccia a me
non c’è
che un’onda immensa, altissima
rifranta
che schianta
non c’è che l’urlo della selva e il mare
che mi risucchia giù come fuscello.

Istanti eterni, lucidi
tra brividi impotenti …
e più non sono!

Da altrove,
l’altrove irreversibile cui giungo,
rivedo il corpo mio inerte, nudo,
fluttuare con cent’altri e sanguinare
tra sfasci d’ogni cosa…
e sette squali in corsa per la festa.

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