28 febbraio 2010

la morte



La morte!
Non c’è teoria che la possa “esorcizzare”…
Resta la maledizione delle maledizioni
cui nessuno s’è mai “rassegnato”…
Solo la religione te la trasforma
da abisso in ponte…
da rottura in passaggio…

chi ascolta te?

Il mondo non ascolta chi ha ragione
ma chi gli dà ragione.

27 febbraio 2010

superiori, inferiori e diversi

Il ritenersi superiore ad un altro è già un essergli inferiore…
Sulla terra non ci sono superiori o inferiori ma “diversi”…

26 febbraio 2010

l'animo

Quando l’animo è triste
anche l’azzurro sembra grigio…
quando è felice
anche la pioggia sembra danzare.

24 febbraio 2010

LA LUNA NELLA FOSCHIA



Roma, 31 dicembre 2006. C’era foschia quella mattina fin sopra il Gianicolo, nella zona degli “antichi Orti di Agrippina”… con i ricordi storici che potevano suscitare; mi sono ricordato pure della foschia mattutina di qualche settimana prima nella campagna vicentina a luna piena… quando ho visto i ragazzini andare a scuola, a piedi, soli, eppure pieni di vita. Ne è nata una riflessione.

Da dietro un velo
di nebbia mattutina,
immota, sibillina
tu, luna, osservi
la terra con i suoi amoreggiamenti
e non li badi
gli affari occulti e i loro raccapricci
e ti nascondi
la gente e i suoi dolori
e li fai tuoi
i bimbi e i loro sogni
e li confidi
al primo sole
che pur tra conturbanti opacità
loro sorriderà.

23 febbraio 2010

TRAMONTO SUL LAGO


Roma, 18,12.2006. In un momento di quiete, prima di ritornare nel Veneto per il Natale, mentre faceva un freddo “cane”, mi son chiuso in stanza per scrivere in fretta un ricordo estemporaneo di quando percorsi con Piergiorgio e Maria Luisa Scarin e Maria Rosa Duchi la strada militare del Costone sinistro dei Monti che da Rovereto va al Santuario mariano del Monte Corona. Da dove si vedeva il Garda.


Le nubi al tramonto
sembravano volti
di amici scomparsi
intenti a cercarci
con sguardo d’amore;

sembravano sogni
rimasti sospesi
sull’acqua per anni
e ormai ubriachi
di sole e di vento;

sembravano l’“io”
che, spenti i suoi sogni,
ancora divaga
in mete grandiose
e in estri di fuoco

non senza vedere
lo sfondo oscurarsi
del suo orizzonte
per dirsi confuso
che presto è già notte…

burocrazia

C’è chi non è riuscito a pensare diversamente da altri
e non permette ad altri di pensare diversamente da sé.
Le “strutture” burocratiche eccellono in questo..

22 febbraio 2010

irripetibilità

Pensare che la mia esistenza si gioca
una volta soltanto e per sempre
mi provoca un senso incredibile… di “vertigine”.
La vertigine dell’irripetibilità.

20 febbraio 2010

L'ARATURA


Roma 25.11.2006. Guardando l’aratura per la semina del granoturco, in primavera, là nelle campagne del Vicentino e del Padovano. Sono le terre della “contemplazione infantile”; quelle che ti incollano il sapore d’ogni vita e la tristezza d’ogni morte… provocandoti proprio sull’assurdo così assurdo e così naturale della “mors tua vita mea”; violenta o meno che sia, anche di un filo d’erba.

Passa l’aratro sopra l’erba in fiore
e dal trattore
il contadino guarda
le zolle rigirarsi in lunghe trecce
assaporando
il tenero profumo della terra.

E intanto pensa al grano per la semina
alle sue spighe
in righe
interminabili,
ed al mulino a ruota, giù nel fiume
alla farina, al pane biscottato
alla sua mensa nella fattoria
ai figli attorno
ed alla sposa
che senza posa va
ma con il cuore là
con lui, nella campagna…

Romba il trattore
due ruote sopra l’erba ancora in fiore
e due nel solco,
e il contadino pensa alla sua paglia
come cuscino per le tante mucche,
al latte, al burro
ed al formaggio lavorati in casa;
alla cavalla
che pascola nel prato col puledro
libero come il vento,
e a quelle tre caprette
che all’alba, assieme ai galli
lo svegliano dall’ultimo piacere…

Ma mai ripensa all’erba falcidiata
e seppellita
da dove viene tutta quella vita.

insicurezza

L’uomo è l’insicurezza precostituita… Soltanto quando non ci pensa, diventa un po’ sicuro… sicuro dell’attimo che vive e nulla più.

19 febbraio 2010

NOTTE D’INVERNO


1996. Ripensando alla Piazza davanti al duomo di Piove di Sacco, tutta lastricata, che qualche volta si attraversava dopo gli incontri di programmazione per le attività giovanili. Con passare degli anni, non potevano quasi sovrapporsi ad essa le due piazzette di Carpané, l’una prospiciente all’attuale sede della Comunità Montana, con la torre dell’ex centrale elettrica sul fiume Brenta e l’altra attorno alla chiesa.


Arrivo nella piazza del paese
incappucciato, dentro il mio mantello,
immerso in un fardello di progetti.
Le case sono avvolte dalla nebbia,
il faro della torre evanescente,
le altre luci spente.
Non c’è nessuno.
E’ tardi.
E suonano le due.
Oltre la strada, verso il ponterotto,
un fiotto,
intermittente,
come di gente
che fruga un nascondiglio,
raggela
i miei pensieri.

Paura?
Di chi?

Poi, il battito
soffocato
del mio cuore
che s’affretta
nella notte
e i miei passi
di fantasma
sul selciato
vuoto
del sognare
umano.

18 febbraio 2010

appuntamento con la storia

Mancare ad un appuntamento con la propria storia, spesso vuol dire mancare ad un appuntamento con la storia! Semplicemente.

male erbe

La suscettibilità è la peggiore delle male “erbe”
nel giardino dell’orgoglio.

17 febbraio 2010

polvere

“Tu sei polvere e in polvere ritornerai!”
Non poteva essere pronunciata sentenza più drastica contro l’uomo.

13 febbraio 2010

IL PIOPPO CENTENARIO



Autunno, 1999. Durante una escursione lungo il Po, vicino alle foci, dove in una radura s’ergeva un vecchio pioppo, isolato.

Il pioppo centenario
nella foschia
del grande fiume
le braccia nude al cielo
oscilla lento
il capo
al vento
di tramontana.

E cadono smarrite
le ultime foglie.

12 febbraio 2010

FISCHI E PAROLE

Roma, 11.02.2.2010. Non potevo trovarmi che in una delle viuzze attorno al Parlamento ed essermi fermato al fischio di uno dei Netturbini … Li provocai con un saluto di condivisione, un po’ popolano, con una corrispondenza inattesa non solo dell’autista ma anche degli altri tre; sentendomi rispondere dall’autista ciò che gli altri confermavano tra un getto e l’altro dei sacchi. I tre non parlavano ma annuivano ampiamente …. Mentre li lasciavo, ripresero il fischio con qualche gesto più che significativo contro il Palazzo di Montecitorio…


Tre netturbini in tuta a strisce gialle,
ramazzano spediti le immondizie
per le stradine attorno al Parlamento.
Un fischio acuto e l’uno intende gli altri
con un linguaggio quasi da computer.

Quella robaccia rapida volteggia
nel compressore sopra l’autocarro,
che indifferente ingurgita e comprime
scatole e plastiche e indumenti vecchi,
rottami e avanzi in sacchi rossi e neri…

L’autista, mentre passo, mi bofonchia:
“Qui ci capiamo con un solo fischio
là dentro invece chiaccherano e gridano
senza capirsi mai e se ne vantano;
nientaltro che parlamentari sono…

Per chi sta là in cravatta e senza calli
e gira in auto blu con le sirene
noi siamo analfabeti necessari
e se qualcuno ancora ci saluta
lo fa perché ha bisogno d’un piacere…

Giudici in stile, con la legge in mano
là dentro s’interessano a distanza
dell’insaccato o di chi salta in aria
travolto dal mercato finanziario
non conta se operaio o se padrone!

Si muova e passi,... lei che è in bicicletta;
e se non ha capito che la corsa
tra i monumenti d’una Roma eterna
la vince non chi fischia ma chi sparla
riprenda pure a piedi la sua strada”.

CONTROMANO DAVANTI AL PARLAMENTO


Roma, 13.02.2010. Con la bicicletta. più volte ho infilato contromano le stradine attorno al Parlamento… per evitare le inquinatissime e trafficate vie principali. Le Guardie o la Polizia di solito chiudono un occhio. Ma una volta… non fu così. Fui fermato… Interrogatorio…Penalità…Blocchetto per il verbale in mano… con quel che segue, come conclusione.



Si fermi, lei con quella bicicletta…
S’accorge lei che viaggia contromano
e proprio qui davanti al Parlamento?
Multa… salata! E mostri un Documento !…

Si rende conto quale trasgressione?
È contromano in faccia al Parlamento
dove le strade corrono a senso unico…
Pazienza altrove ma davanti proprio!

Eh beh!… perché là dentro? Che ci fanno?
Là dentro van tre quarti contromano
e tutti esenti da contravvenzioni….
Multate prima quelli e poi la gente!

E lui, sornione: Se ne vada pure…
A piedi... come i cittadini onesti…
La verità la dica a quel Palazzo
se no, finiamo noi in contravvenzione!!!

11 febbraio 2010

Dio

L’enigma “Dio” affascina e terrorizza:
Chi è, dov’è, perché è così con l’uomo?
Perché dare come scontata la “presenza” di un Dio?
Che è mai l’intelligenza umana per dire una parola “certa” su un “eventuale” Dio?

09 febbraio 2010

07 febbraio 2010

SERA D’AUTUNNO A CARPANÉ

1978. Rivivendo una camminata verso una Croce in legno sopra Carpané sul sentiero della prima guerra mondiale, che porta alla casa di Dino Mocellin... Era Dino l’uomo che ogni giorno saliva e scendeva quel sentiero. Dall’alto si vede la valle del Brenta con Valstagna e Oliero oltre il Brenta, ma specialmente Carpané: la sua Cava di dolomia, la chiesa parrocchiale, e la chiesetta della Madonna dell’Onda, circondata da cipressi che ricordano i caduti della prima guerra mondiale.

Sopra la valle
il cielo s’incupisce
e i falchi hanno smesso di volare.
Il Brenta dalla gola dove scorre
barbuglia suoni
oscuri di tormenta.

 Quassù, vicino ad una croce antica,
osservo il vento
strappare foglie
di carpini e di tigli,
riturbinare polvere di cava
tra case rannicchiate
attorno a un campanile,
sfioccare dalle rocce
nubi tumide di malinconia
e gemere
tra gli aghi dei cipressi
allineati su terra
infranta dalla guerra.

E vedo un uomo,
sotto un peso nero,
svanire lento
lungo le spire
d’un sentiero.

E sento nelle vene
un fluire lene
di tempi,
di mondi,
di silenzi infiniti
- quasi un torpore
soave che s’eterna -
sento un girare vano di bufera
sul mio tramonto
e lo stupore arcano della sera!

06 febbraio 2010

SCROSCIANO INTERMINABILI




1985. Dalla finestra della mia stanza ascoltando una pioggia continua e gagliarda cadere nel giardino di casa.



Scrosciano interminabili
i ricordi
sul mio cuore

come sul pesco
del giardino
piogge d’autunno.

L’ALTA TENSIONE




10.06.02. In treno da Prato a Firenze, passando vicino alla stazione di smistamento dell’Altatensione, hanno ispirato questa composizione la passività e la bruttezza di fili che sembravano arrugginiti e obsoleti a confronto con l’esuberanza primaverile di giovani in un campo di calcio non lontano e degli uccelli in volo. Pilone rima con altatensione, scorza e arruginita rimano con forza e vita. Rime e abbinamenti concettuali che sottolineano l’incanto e il sorriso finale per le deduzioni esistenziali che ne scaturiscono. Per cui il titolo: Altatensione.

Pendono da un pilone all’altro i fili
d’alta tensione
monotoni ed oscuri contro un cielo
pieno di fantasie e di colori.


Ma dentro quella scorza
arrugginita
vi scorrono
luce, calore e forza...


E tu d’incanto
ripensi
con un sorriso
alla tua vita...

05 febbraio 2010

i sogni

Quanti sogni della vita rimangono irrealizzati!
Ma guai se si finisce di sognare.

04 febbraio 2010

grandi e piccoli

La vita dei grandi è spesso più piccola di come ce la dipingono,
la vita dei piccoli è spesso più grande di come ci appare…

03 febbraio 2010

TRAMONTO

Luglio 2004. Una domenica, il cielo nella bassa padovana si presentava diverso dal solito. Il sole stava tramontando tra i picchi delle Prealpi venete, e illuminava le nubi nere, quasi radenti, d’un temporale che avanzava da Oriente, creando un’atmosfera surreale e altrettante sensazioni in chi viaggiava in treno.

O Sole, il tuo tramonto
investe la pianura d’una luce
strana, radente il suolo,
che sbianca e rende pallidi, irreali
le stoppie, gli alberi, le case e il cielo
e le sue nubi dense
e la mia sera.


 Dalla campagna piatta
s’alzano all’orizzonte le Prealpi
come una lunga sega
i denti tesi contro il tuo splendore
e tu scompari in essi
quasi inghiottito da un destino oscuro;
e lasci nella notte
chi cerca il tuo calore.

02 febbraio 2010

violenza e chiarezza

Mai la violenza, sempre la chiarezza.
Purtroppo, a volte la violenza ottiene più della chiarezza;
e lo “status” imposto diventa paradigma di verità,
ideologia storica che guida i popoli!

01 febbraio 2010

sconfitte e vittorie

La terra per l’uomo è un campo di battaglia con molte sconfitte e qualche vittoria.
Ma l’uomo sogna quasi sempre l’esatto contrario.