10 gennaio 2010

SETTANTA PRIMAVERE GIÀ SUONATE

 Grisignano di Zocco, 30.12.2009. Festa dei coscritti 1938. È naturale che gli amici (e più ancora le amiche), dato che ormai conoscono “il vizio di mettere qualche idea in versi” mi chiedano alcune rime… sulla nostra età. Settant’anni compiuti… Nonni per forza…
Unanimemente gli amici vorrebbero rime “esaltative” della loro prestanza e bellezza … anche se “tenute su con più di qualche amenicolo artificiale”…. Pur di “far bella figura” non si ha paura di spendere… anche se, dopo tutto, si “spompa” notevolmente la pensione… Questi pochi versi, dal tono un tantino bonario, …portano in un’altra “direzione”…

Settanta primavere già suonate
senza accettare come in tempi andati
capelli bianchi, testa calva e rughe
scoliosi e reumatismi stagionali
e passi incerti e vuoti di memoria
ma coltivando voglie d’apparire
d’essere arzilli come un quarantenne
e colti e aperti al mondo ed influenti
studiando per un titolo accademico
desiderato tanto in gioventù…

Settanta primavere per la donna
ad ogni costo giovane e carina
con vibratori e cibi degrassanti
ginnastiche segrete ed in palestra
footing all’alba con tute supersoniche
rabbie allo specchio se la ciccia resta
colore alle unghie, agli occhi ed ai capelli
cosmetici e pomate e messe in piega
formosità in altorilievo e sguardi
più che indiscreti dei più maliziosi…

Settanta primavere già suonate:
che se la donna tanto cura il corpo
oggi non è da meno suo marito…
Vi aggiunge in più la voglia degli amici
le partitone a carte in osteria
le grandi discussioni e un buon bicchiere
la corsa in bicicletta, il sole al mare…
Puoi immaginare se ambedue non tremano
quando i bei sogni sbavano e non resta
che il senso d’un passato senza storia…

No, no per carità non ne parlare
affiora già dall’alba come un pungolo
la nuda crudeltà d’un cimitero …
ci fa paura anche un mal di reni
un nodulo alle ascelle, al ventre, ai seni;
per carità pensiamo ai nipotini
atletici, geniali, birichini
turgidi boccioli di tenerezza
che gridano la festa della vita
e annebbiano le angosce d’un domani…

Saggio viandante più che settantenne
la corsa è breve anche per chi la inizia!
Tu già intravedi giorni oscuri e muti
in cui la tua prestanza si discioglie
e i primi amici come piume al vento
arrivano al traguardo tanto inviso …
Che senso ha mai un fiore sulla tomba
se non riscopri l’unica speranza
che ridisegni tutto il tuo cammino
per una primavera che non muore ?


2 commenti:

Andrea Magrin ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea Magrin ha detto...

Complimenti zio Molto bella!!
Andrea Magrin