23 febbraio 2010

TRAMONTO SUL LAGO


Roma, 18,12.2006. In un momento di quiete, prima di ritornare nel Veneto per il Natale, mentre faceva un freddo “cane”, mi son chiuso in stanza per scrivere in fretta un ricordo estemporaneo di quando percorsi con Piergiorgio e Maria Luisa Scarin e Maria Rosa Duchi la strada militare del Costone sinistro dei Monti che da Rovereto va al Santuario mariano del Monte Corona. Da dove si vedeva il Garda.


Le nubi al tramonto
sembravano volti
di amici scomparsi
intenti a cercarci
con sguardo d’amore;

sembravano sogni
rimasti sospesi
sull’acqua per anni
e ormai ubriachi
di sole e di vento;

sembravano l’“io”
che, spenti i suoi sogni,
ancora divaga
in mete grandiose
e in estri di fuoco

non senza vedere
lo sfondo oscurarsi
del suo orizzonte
per dirsi confuso
che presto è già notte…

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono vecchio ma i miei nipotini mi hanno insegnato a giocare col computer. Ho trovato per caso questo blog di un prete più anziano ancora di me. Scrive cose piuttosto serie e sembra quasi innamorato dell'aldilà. Non vorrei che ne parlasse per scaramanzia come faccio io che invece della morte ho paura proprio. Tanto più che si possono contare troppo velocemente gli anni che restano. Dott. Ettore Carlini, Bolzano.