24 febbraio 2010

LA LUNA NELLA FOSCHIA



Roma, 31 dicembre 2006. C’era foschia quella mattina fin sopra il Gianicolo, nella zona degli “antichi Orti di Agrippina”… con i ricordi storici che potevano suscitare; mi sono ricordato pure della foschia mattutina di qualche settimana prima nella campagna vicentina a luna piena… quando ho visto i ragazzini andare a scuola, a piedi, soli, eppure pieni di vita. Ne è nata una riflessione.

Da dietro un velo
di nebbia mattutina,
immota, sibillina
tu, luna, osservi
la terra con i suoi amoreggiamenti
e non li badi
gli affari occulti e i loro raccapricci
e ti nascondi
la gente e i suoi dolori
e li fai tuoi
i bimbi e i loro sogni
e li confidi
al primo sole
che pur tra conturbanti opacità
loro sorriderà.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quest'uomo (o questom prete) ad ogni poesia trova un qualcosa di nuovo da dirti... Mi sta incuriosendo. Ma dove le trova? Accidenti. E mi fa anche pensare. Sergio Mino Savona

Anonimo ha detto...

Gli adulti viziano i bambini se non li abituano a fare fatica. A un figlio unico si è tentati di dare tutto senza domandare niente. Anche io ho scelto il figlio unico e ce ne siamo pentiti. Troppo tardi. Il sorriso del sole e della luna ma non troppo. Carolina Roma Impiegata Biblioteca

Anonimo ha detto...

Io vedo solo conturbanti opacità. Il resto lo lascio ai preti o agli ottimisti di maniera. Questa poesia è comunque carina. Carlo Fratocchio (Taranto)