19 febbraio 2010

NOTTE D’INVERNO


1996. Ripensando alla Piazza davanti al duomo di Piove di Sacco, tutta lastricata, che qualche volta si attraversava dopo gli incontri di programmazione per le attività giovanili. Con passare degli anni, non potevano quasi sovrapporsi ad essa le due piazzette di Carpané, l’una prospiciente all’attuale sede della Comunità Montana, con la torre dell’ex centrale elettrica sul fiume Brenta e l’altra attorno alla chiesa.


Arrivo nella piazza del paese
incappucciato, dentro il mio mantello,
immerso in un fardello di progetti.
Le case sono avvolte dalla nebbia,
il faro della torre evanescente,
le altre luci spente.
Non c’è nessuno.
E’ tardi.
E suonano le due.
Oltre la strada, verso il ponterotto,
un fiotto,
intermittente,
come di gente
che fruga un nascondiglio,
raggela
i miei pensieri.

Paura?
Di chi?

Poi, il battito
soffocato
del mio cuore
che s’affretta
nella notte
e i miei passi
di fantasma
sul selciato
vuoto
del sognare
umano.

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