23 marzo 2011

LA CORSA FOLLE

Gennaio 2002. Alla vista d’un incidente mortale di uno che sull’Autostrada, ci aveva sorpassato poco prima, quasi con prepotenza, su una potentissima moto.
Nella prima strofa domina la moto, nella seconda l’uomo, nella terza la tragedia dei due che si esprime in un affastellamento di sostantivi senza verbi. Con più niente da coniugare... come in ’qualsiasi corsa folle della vita.


Sul rettilineo
dell’autostrada
romba la moto un uomo curvo sopra
le strisce gialle sulla tuta nera
e passa e si dilegua come lampo
all’orizzonte.

Abbarbicato al suo motore va
quel grumo teso, onnipotenza in fuga
col cuore in folle che gli rugge dentro
e sull’asfalto
quasi all’assalto di un’ebbrezza pura
d’un mondo senza leggi né confini
ignaro che un destino lo preceda
terribile e meschino...

Il ghiaccio in fondo al ponte ed uno sbalzo,
un volo a vite contro il parapetto
la moto in fiamme
e il poveretto
nel fosso come straccio accartocciato
con gli occhi dilatati verso il nulla...

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