28 marzo 2010

LUCE CHE VIENE LUCE CHE VA


2008.05.03. Roma. È inutile nascondere la sensazione del tempo che passa. Molti pensatori e i poeti ne hanno parlato come di una sofferenza sottile e implacabile. Vi devono convivere pensando a un oltre-morte, se l’ammettono; o al non senso d’una vita così breve e piena di contrasti, se non l’ammettono… La pena sta nel non poter stringere niente di quel che vorresti per sempre… neppure la vita. Con che senso si può dire: La mia vita è “mia”, la gestisco come mi pare?




Una bava di luce va sorgendo
prima dell’alba
e un senso di speranza
pervade il giorno che già sento mio.

Un cordolo di luce va sperdendosi
dopo il tramonto
e nel declino che si fa più oscuro
rammenta un tempo che non è più mio.

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