09 marzo 2010

DIO DEL LABIRINTO




Roma 13 maggio 2007. Ho visto diversi ragazzi divertirsi (ma non troppo) in un giardino-labirinto. Più d’uno dei piccoli dopo un certo momento incominciava a gridare aiuto perché non riusciva a ritrovare neppure la via d’entrata… Ma gli amici lo lasciavano in panne. Mi venne così in mente questa riflessione.





O Dio del labirinto
su questa terra
d’intorcolate passionalità
e d’infiniti affanni,
ti cerco e non ti trovo
e quando la speranza mi s’oscura
arranco vie d’uscita solo mie.

Mi chiami ed io ti sento
ma la tua voce in fretta si confonde
con altre voci
e non comprendo
come arrivare a Te.

Penetri l’Universo
ma non ti percepisco
e grido la mia fede
come un bimbo che teme il buio e strilla
pur vedendo lo scintillio del cielo.

Signore, tu sai quanto mi frastornano
la tua presenza oscura
la vita in questa terra e l’altra vita
un corpo che si usura
e mi dissolve tutto il mio pensare…

Eppure tu sei là
in fondo al labirinto
oltre il pertugio stretto della morte;
e di là insisti
con voce da risorto:
“Solo di qui ritrovi
la via d’uscita e la tua liberta”.

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