23 marzo 2010

IL RAGLIO DELL’ASINO

In volo dall’Africa, 30.06.2007. Anche quell’asino a cui accenno è finito al macello. E di libertà ne ha goduta poca; in maniera inversamente proporzionale alle legnate che prendeva dal padrone piuttosto focoso specialmente se in preda a qualche litro di birra. Ma il fatto così particolare mi ha portato ad un “universale” che tutti viviamo. Specialmente se si vive dentro certi regimi politici, o se sono donne o ragazze incastrate in certe culture.

Ruppe la corda l’asino e fuggendo
lungo la carreggiata,
girava il capo a chi lo rincorreva
ragliando,
il muso in alto e schiuse le narici:

“Spettano pure a me una libertà
che tu m’hai sgraffignato
ed una dignità
che tu m’hai bastonato”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Troppo mite quell'asino, assolutamente troppo mite per rappresentare il suo gesto di ribellione contro un "birraiolo" d'uomo quale era il suo padrone. Peggio ancora se era un'asina. Sistemarlo a calci doveva. Francesca Boniperti - Torino.

Anonimo ha detto...

Mi piace curiosare nei blogs. Questo prete ne ha di belle. Fa parlare perfino gli asini. Mi viene in mente Benjamin l'asino della Fattoria degli animali di Orwell; l'unico che sapeva leggere ed è finito al macello pure lui, perché sapeva e diceva agli altri troppe cose; fu condannato dai porci al potere con Napoleone in testa. Quando si nasce asini, si deve restare asini. Questo è il dramma al di là delle proteste. E lo sento come mio, dato che sono nato in una famiglia poverissima e sto studiano all'università. Teresio Cantore Torino