28 agosto 2010

LA NOSTRA CHIESA NUOVA


Roma, 15 settembre 2009. Nel giorno della Memoria liturgica dell’Addolorata, - chi sa perché - ho pensato alla nuova Chiesa parrocchiale, ai suoi travagli per diventare quella che ora è… agli anniversari che ce ne fanno rivivere il suo graduale completamento…

Una certa fierezza c’era quando Montegalda voleva essere la parrocchia con la chiesa più originale, col campanile più alto e con almeno 8 campane, così da poter “fare concerto”…
Purtroppo, l’abbondanza d’acqua sotto le fondamenta e la scarsezza di soldi nel portafoglio hanno … mortificato le “aspirazioni segrete del campanile”… Cioè, del Montegaldese! Ma con gli anni, qualcosa di grandioso s’è aggiunto…almeno nella Chiesa se non sul campanile; cioè, nel cuore della comunità montegaldese in quanto cristiana più che sulle sue aspirazioni un po’ umane… Sono le ultime pitture all’interno della chiesa stessa, dipinte da un Romeno, in stile “orientale”, con un respiro senz’altro ecumenico, richiamato anche dalla statua, in fondo, del piccolo-grande S. Leopoldo Mandic.
Nelle pitture attuate in tempi diversi si nota una giustapposizione di stili; sta ad indicare che anche in Montegalda le generazioni cambiano e così pure la loro mentalità, il loro linguaggio…
Ma nella “Cripta” che sta sotto il presbiterio, oggi rimessa in luce con accostamenti pittorici appropriati e resa funzionale non solo con una bonifica radicale contro l’infiltrazione di acque piovane esterne, carenti d’un appropriato deflusso, ma pure con una risistemazione degli ingressi anche per i disabili, s’è attuata –per così dire- una giustapposizione armonica delle diversità.
Questa “Cripta” non potrà non diventare il “sacrario nascosto” dove riposeranno le salme sia di chi ha costruito la chiesa sia di un Papa beato, ma a noi sconosciuto, che sta sepolto ancora nella vecchia arcipretale; non potrà non diventare il sacrario nascosto dove ogni cristiano montegaldese scende per rivedere il suo passato nella storia di chi l’ha preceduto e per riprendere il suo futuro… con la percezione che la storia la si costruisce con l’amore e con amore … morendoci sopra o lasciandosi addirittura seppellire...

Alta, essenziale
e tutta in pietra viva
s’erge la nostra chiesa parrocchiale
con una sua bellezza irrepetibile
ed una sua fierezza
quasi divina…
La invidia il campanile, un po’ avvilito
per l’incertezza delle fondamenta
e ancora sogna quella guglia ardita
mai costruita
quasi a sfida sugli altri campanili
sulle colline intorno e i fortilizi.


Ma il cuore torna in festa appena s’entra
e nella maestà delle pitture
coglie l’eternità nel tempo; e incontra
la Vergine, la Madre, quel suo sguardo,
e l’Infinito fattosi bambino
di verità e di vita
in Galilea e ovunque e in ogni età…
È Lui che nello Spirito rivela
l’intimità del Padre, è Lui che invita
all’estasi regale del martirio
e ritma il passo incerto o affaticato…


Cristo è disceso fino a noi e negli inferi
per risalire e vincere la sfida
tragica d’ogni morte. O Montegalda,
discendi pure tu, non una volta,
nella contemplazione del sacrario
che sei per Dio e per il non credente.
Sta nella Cripta il segno più profondo
del niente che tu sei e che Dio sceglie.
Là tu capisci quanto è greve il peso
d’essere a fondamento del suo Regno
quasi scrigno sotterra che nasconde
tesori inestimabili di luce…


Là tu ravvisi l’umile mitezza
d’un Cristo in un angusto tabernacolo,
quasi chicco di grano che germoglia
soltanto se sepolto. Là pregusti
d’essere croce su cui Lui è innalzato
per attirare tutto il mondo a sé,
d’essere specchio dell’Immacolata
negli angoli più oscuri della terra.
Credi alla tua missione, o Montegalda,
esci ringiovanita, come chiesa,
sulle orme di Giustina e dei tuoi padri
e grida la tua fede fino al cielo…

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