13 maggio 2011

MARIA

Roma, 19.10.2010. Questi versi sono maturati un po’ alla volta in questo mese di ottobre, mentre, nella camminata al mattino verso le 5.30, in Grisignano di Zocco, facevo spesso tappa dentro i due dei cimiteri del Comune, perdendomi tra i lumini di tanti che conoscevo… e pensando al mio “futuro”. E non soltanto al mio, ma anche a quello di miei nipoti e parenti, infatuati d’una cultura prigioniera d’una modernità “spenta”, d’una scientificità autoreferente e dopo tutto nichilista.

Maria, presenza intima dell’Eterno
quante volte ti sento palpitare,
suasivamente, delicatamente;
benché invisibile, mi insegui e trepidi
m’ascolti e mi dischiudi conoscenze
mai percepite.

Toglimi tu, Maria, dalla prigione
che l’uomo senza Dio s’è costruito
donami la verità dell’Infinito
portami in volo verso quell’aurora
che sfonda le barriere oscurantiste
del laïcismo.

Io quanto più ripenso a questo esilio
al tutto che mi scivola e travolge
che piomba giù a cascata nell’abisso
mi chiedo che significa rinascere,
rivivere per sempre l’altra patria
dove tu stai.

Un brivido di gioia e di paura
m’assale ripensando a quel momento
in cui per sempre chiuderò questi occhi
e mi si schiuderanno quelle porte.
Vedrò le insensatezze della terra
già nell’entrare.

Il paradiso è luce, senza notti
e il Padre è tutto in tutti come Padre
col Figlio tuo e con l’ardente Spirito;
godremo assieme a te la Loro essenza
in una comunione straripante
senza più angosce.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Profonda, vera, attuale. La faccio mia, senza rubarne i diritti d'autore. Carla - Padova - in cerca di verità.