08 dicembre 2010

PAPÀ DOLCISSIMO

Roma 25 aprile 2007. Ricordando un sogno su papà, forse di 18 anni fa, che continua a stimolarmi  la fantasia ed il cuore in una meditazione insistente  eppure serena, quasi curiosa,  dell’inevitabile “aldilà”…

Papà dolcissimo,
quanta trepidazione m’infondesti
la notte di quel sogno...

Sembravi giunto da lontano, molto
lontano; e mi guardavi
con una tenerezza  affaticata 
quasi dovessi dirmi
un non so che di grave.                                                        

T’interrogavo gli occhi
e il cuore                                                                               
e quel  tuo amore
per ogni figlio
e la tua vita d’ora,                                                                
la voce stessa così tersa un tempo …                             
ma rimanevi muto
come se forze occulte t’impedissero.
                                                            
Col tuo sorriso immobile
tu mi ferivi
l’ansia d’una risposta.
Sembravi richiamare                                                 
un’insipienza antica
quasi nemica
delle beatitudini del cielo.

Appena tesi il corpo verso te
per abbracciarti
in un sobbalzo                                                                        
d’inquieti sentimenti
tu accennando col capo ad un saluto
ti dileguasti
in un azzurro che non era azzurro
lasciandomi più solo;

ma mentre ripiegavo sul mio io
udivo dal profondo
un  bisbiglio
come da un altro mondo
che s’espandeva in un crescendo d’echi:                             
“Perché, perché, perché non t’apri  tutto
a quel Mistero che non sa che amare?”

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