Per molti, giornalisti e lettori, il diritto all’informazione si riduce al diritto di sapere cose inutili o scandalose; le uniche ad eccitare la loro grande fantasia, che prescinde dalla verità e dall’importanza dei fatti. L’eterno come la religione non li sfiora; è visto come un bisogno dei deboli psichici, in cerca d’un supporto e, dopo tutto, non fa notizia né denaro.
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