29 settembre 2010

LA MENDICANTE DI LARGO ARGENTINA


Da sempre all’angolo di quella piazza
sta su un gradino a terra trasandata
la mendicante col piattino in fronte
riproponendo la sua cantilena:

La carità, gli spiccioli, signore,
per i bambini, per le medicine,
per Dio e la Madonna un po’ d’ amore
un po’ di carità per tutto il mondo…

L’ode un ragazzo che le passa a fianco
assieme al branco
nell’ora della scuola, e la ironizza:
Vecchia, che sai tu del mondo e dell’amore?

Lei sgrana gli occhi in sù
guardando irrigidita oltre lo sguardo
di quell’impertinente;
muove le labbra, trema e non risponde…

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certi mendicanti sono poveri più che finti. Alcuni sono giovani già falliti, senza più motivazioni, randagi, abulici, drogati, e non mi fanno compassione; alcuni sono zingari che rifiutano lavori stabili e un adattamento sociale, e non mi fanno compassione; altri sono adulti che con uno strumento musicale e quattro cani semiaddormentati attorno, tutti ben pasciutti, e chiedono danaro, e non mi fanno compassione; altri o altre sono gente d'un "giro" di elemosinanti sfruttati come nel giro delle "prostitute", e mi fanno un po' di compassione; altri hanno disabilità fisiche e le mostrano per attirare la compassione, e non si sa se come invalidi hanno già una pensione, e non mi convincono troppo; altri sono dei malati psichici, e sono gli unici a farmi tenerezza. Ma davvero non sai che criteri usare per scegliere a chi dare qualcosa, secondo un bisogno reale. Almeno voi, padri della chiesa, che scrivete poesie anche su questo, diteci qualcosa sul come selezionare un povero, dato che gli psichiatri non muovono labbro se non li paghi. Caterina Fr. Milano.