20 gennaio 2014

       Se la droga, gli alcoolici, il fumo stesso sono un tunnel cieco d’infiniti guai e dipendenze per il corpo, 
      perché cercarli come  sbocco e indipendenza della vita?    Non esiste una prigionia liberatoria se non quella di incarcerare le nostre “tendenze dannose”. E ne abbiamo una filastrocca fin dalla nascita.
         L’uomo non ha che un desiderio: liberarsi dai propri limiti balordi, sviluppando le proprie potenzialità positive. Ma spesso confonde o non capisce e perciò non sceglie, ciò che in ultima analisi gli è positivo. Preferisce ciò che immediatamente lo soddisfa.
            La vita è un coacervo di limiti e di errori che al momento della sepoltura si cerca di rimuovere, lasciando scritto sulla lapide che si era tra i migliori.

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