Non esiste una prigionia liberatoria se non
quella di incarcerare le nostre
“tendenze dannose”. E ne abbiamo una filastrocca fin dalla nascita.
L’uomo non ha che un desiderio: liberarsi dai
propri limiti balordi, sviluppando le proprie potenzialità positive. Ma spesso
confonde o non capisce e perciò non sceglie, ciò che in ultima analisi gli è positivo. Preferisce ciò che immediatamente lo soddisfa.
Se la droga, gli alcoolici, il fumo stesso sono un tunnel cieco d’infiniti guai e dipendenze per il corpo, perché cercarli come sbocco e indipendenza della vita?
Ci sono degli errori che
al momento della sepoltura si cerca di rimuovere, lasciando scritto sulla
lapide che si era tra i migliori.
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