Anche quell’asino che m’ispirò questi versi, è finito al macello. E di libertà ne ha goduta poca; in maniera inversamente proporzionale alle legnate che prendeva dal padrone piuttosto focoso specialmente se in preda a qualche litro di birra. Ma il fatto così particolare rimanda ad un “universale” che tutti viviamo. Specialmente se ci si trova dentro certi regimi politici, o se sono donne o ragazze incastrate in certe culture.
IL RAGLIO DELL’ASINO
Ruppe la corda l’asino e
fuggendo
lungo la carreggiata,
girava il capo a chi lo rincorreva
ragliando,
il muso in alto e schiuse
le narici:
una mia libertà
che tu m’hai sgraffignato
ed una dignità
che tu m’hai bastonato”.
Nessun commento:
Posta un commento