22 maggio 2013

Deserto e vita


Sorvolando un deserto è facile cogliere l'essenziale, l'esistenziale e quell'Oltre che non percepiamo se non indirettamente attraverso le cose. Dio è luce che illumina e non si vede. E mi illumina anche tra i marasmi di diplomazie e d'oscurantismi d'ogni specie, chiedendomi d'intuirlo come l'Invisibile che dà visibilità; e di impararne lo stile eroico d'amore nelle nostre relazioni che Egli ci va chiedendo .....
 

In volo, scruto un’oasi sperduta
nel torrido deserto tutto dune
alimentata
dove mai piove
chissà da quale oscura risorgiva.
E’ forse da un inferno ch’essa viene
o dall’Eterno ?
E per chi mai quell’isola di verde
dove non c’è che sole e sabbia e vento?
Forse per cento piante e pochi uccelli
e tanti insetti come loro cibo?

 Io che dall’alto osservo, io che sono?
Né uccello migratore
che là risosta nel suo lungo viaggio
all’emisfero australe
verso un suo nido,
né insetto che ha per casa qualche foglia
e là rimane a nutrimento d’altri,
né pianta che sostiene e alberga tutti
e con le sue radici si sprofonda
sicura
verso una vena occulta d’acqua pura.

Qualcuno sono… ma che va strusciando
da un Continente all’altro, senza posa
con il fardello di un’identità
romana, di palazzo, ritenuta
senz’oasi spirituali, né una pista
per giungervi e sostare
né voli mistici per riconoscerle
dall’alto e vagheggiare un pio silenzio,
né un sottosuolo dove le radici
giungano alle sorgenti dello Spirito
facendo rifiorire la speranza.

Solo a pensarti in mezzo a sabbie mobili
d’una diplomazia che muta il volto
secondo il vento di chi sta di sopra
e con insostenibile calore
sfibra le sintonie, le intese, il cuore,
comprendi quanto sconsolata e vera
fu la preghiera della santa Cena:
Padre, che s’amino tra loro, s’amino
come ci siamo amati noi, da eguali,
e siano un cuore solo, una famiglia
così che tutti credano al tuo Cristo.

 

 

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