14 gennaio 2012

GIA’ PRIMA DELL’AURORA

Roma, 3 gennaio 2012. L’uscire prima dell’alba facilmente si coniuga col vivere nella notte dove c’è pure il fascino dell’oscurità, non disgiunto da qualche paura. D’altro canto, è in questo fascino inquietante che maturano le contemplazioni più esistenziali, e direi più coinvolgenti. S’aggiunga quell’ attesa d’una luce crescente ad est… che gli animali avvertono molto prima dell’uomo. E la cantano sentendola quasi come una gratuità ed una attesa… disturbando l’uomo che, invece, si attarda e si disperde in balordaggini serali quasi come prolungamento di un giorno tutto suo o come voglia d’un soggiorno sul pollaio-terra che non si vorrebbe mai finito, con potere su persone e cose, su tempi e spazi. A volte sembra che gli animali siano più “ecologici” dell’uomo, almeno nel rispetto dei ritmi e dei tempi della natura… L’uomo invoca spesso una “libertà nel gestire se stesso e la natura” che gli è stata data; senza riflettere da chi l’ha avuta, come e perché usarla. Dovrebbe ripensarsi a partire dal “linguaggio” della sua coscienza in sintonia con quello meraviglioso del cosmo. Non per niente, Cristo gradiva passare notti in contemplazione, come “Con-creatore” e “Con-signore” del cosmo stesso!

Precorro l’alba nell’oscurità

d’una stradina non illuminata

se non dal tremolio di tante stelle;

le guardo affascinato

e pedalando sulla vecchia bici

quasi da automa vado ripensando

al numero degli astri, a le distanze

dall’uno all’altro,

alle fiammate atomiche che n’escono

e in una corsa folle d’anni luce

si rendono visibili anche a me…


Chi sono per pensare a tanto e fremere

di un’impotenza astrusa, radicale ?

Non posso annichilirmi e questo è il male

che sto soffrendo

solo che aspiri ad una autonomia

Tutto dipendo

tutto, dai piedi al capo e nel respiro;

e in tante lontananze che sovrastano

la piccola mia corsa mattutina

mi sento un niente

cui ineludibilmente batte un cuore.


Ma dimmi, o sfavillio, cos’è l’amore

e dov’è mai ?… Forse lassù, nel buio?

Forse quaggiù nello stridio dei galli

dal trono d’un pollaio? O forse più

non nella corsa inquieta d’auto blu

ma in questo mio pensare insopprimibile

a una Sovranità che m’interpella

e regna in me effondendo commozioni

e palpiti già prima dell’aurora?

Chi sa quanto è diverso il mio destino

da quello d’altre vite e delle cose ! …

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