02 agosto 2011

CHE IO TI VEDA



1 Agosto 1998. Una sera, nella piccola campagna attorno alla casa paterna, a Rampazzo di Camisano, (VI), era interessante vedere alcune talpe “rumare” in un campo e, un po’ più tardi, lucciole vagare sopra il prato.

Tu lasci un’orma ovunque, ma non vedo
se non con gli occhi corti della talpa
o col brillare smorto d’una lucciola,
né sto a pensare che dall’alto osservi
il moscerino e il verme e i movimenti
miei più occulti come in pieno giorno.

Mi cerchi quando fuggo dal tuo sguardo
e come sole tu implacabilmente
m’arrivi nel profondo e demolisci
i chiaroscuri della mia coscienza
e i muri ormai ferrigni di freddezza
che ho costruito nel mio lungo andare.

E bruci e ripurifichi e maturi
e mi convinci a entrare nel tuo mondo
con gli occhi luminosi di un bambino
per cogliere frammenti d’innocenza,
aneliti crescenti di saggezza
e il dono immenso della libertà.

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