18 dicembre 2015

Al mattino mente più lucida sul mio destino

GESU’   …

Gesù, che mille e mille volte al giorno
ti fai presente
in ogni Continente
cosificato in umili apparenze
di pane e vino,
mi guardi ma il saperlo non mi basta
mi parli ma il linguaggio tuo mi sfugge
vuoi dirmi quanto m’ami
e in questo dialogo
così disparitario
smarrito penso
all’Infinito come indefinito
o indefinibile da un cervellino
così  insignificante come il mio.

E penso a Te, mio Dio,
alla distanza tua così vicina
e alla persona mia così piccina
da non capire l’interdipendenza
dettata da un amore inconcepibile
di Te e del Padre tuo
e dello Spirito consolatore
per questa sciagurata umanità;
e  penso a me
ai brividi per ciò che già non sono
e non sarò,  più ancora
in quell’annientamento
che ormai respiro e sento
nel vortice degli anni e della morte.

Ma dimmelo Tu, dimmelo in silenzio
o fammelo una volta percepire:
Nell’Ostia ed in quel Vino ch’io mi bevo
sei proprio Tu, lo stesso  di Betléhém
di Nazarèth e della Palestina ?
Sei proprio Tu, Gesù,
che da  risorto,
sotto tutt’altra veste
mi stai guardando
con lo stesso volto, lo stesso cuore
e gli occhi scrutatori
che avevi allora
per suscitarmi il fascino
che già m’aspetti altrove ?


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