25 ottobre 2011

PERDONA A QUESTO LADRO

Quanto t’ho derubato, o Redentore
di quanti doni tuoi
m’approprio ancora
impunemente...

Eppure Tu dall’alto della croce
senza più libertà,
né vesti
né amici
né voce che dal cielo ti conforti
tra rantoli d’amore mi rispondi:
“Ecco mia madre, l’ultimo tesoro,
non è più mia
ma tua
e dell’umanità...

Sei ladro sì,
e crocifisso dai tuoi stessi mali
accanto a me
ma m’hai riconosciuto senza colpa
e come tuo Signore...
Ora che vedi come tutto è niente
mi vuoi restituire il tuo destino
e chiedi il mio ricordo
nel regno di lassù
e il mio perdono...

Fratello, t’assicuro, pure tu
sarai con me
per sempre
in paradiso”.

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