Roma, 2009.03.19. Qualcuno definisce l’uomo alla stregua degli altri animali, cioè, come “istinto”. Fa parte della gerarchia degli istinti, “l’affermazione” sugli altri… la possibilità di “stare più in alto di loro”, di “dominarli”, di “sottometterli”, anche al di là delle proprie capacità… semplicemente per il ruolo che si ha o per il posto che occupa. Un ruolo o un posto di dominio possono “capitare addosso” per eredità, amicizia, consanguineità, fortuità”. Possono diventare la “tentazione della vita” per autoaffermarsi sugli altri anziché “meglio relazionarsi” a vantaggio di tutti… Possono diventare il trionfo dell’egoismo sull’altruismo… anche attraverso strumenti o azioni altruistiche. Dipende dall’intenzione primaria per cui si esercita un potere.
O potere, o potere seduttore,
sei l’estroverso canto di un’allodola
raggiante della sua sovranità
in un cielo che sembra senza limiti,
e illude di grandezza chi l’ascolta.
Sei un volo d’aquila rapinatrice
che chiude l’ali… e a picco si protende
su tenere, indifese creature
e le unghia e le attanaglia risalendo
al covo occulto dove c’è chi aspetta …
Sei il calcolo del cuculo indolente
che usurpa i nidi e fa allevare i piccoli
da ingenui genitori a danno loro
e silenziosamente predispone
da un continente all’altro i sui sollazzi.
Serpente ambiguo, tu da sempre annidi
nelle fibre dell’uomo, come istinto
ne incrini il sangue, il passo ed il respiro,
lasciandolo incessantemente esposto
ai morsi d’una cieca intemperanza.
Bastano un cippo sulla via e una lode
cesellata ad perpetuam rei memoriam
per annebbiare la ragione e il cuore
non importa se di un’aquila o un’allodola
o di un inetto con lo scettro in mano.
E più tu attiri, più tu opprimi e inebri
d’una farneticante fatuità;
e chiedi spazi e tempi e mai li riempi
e lotte che precludono le mete
più pure e più sublimi della vita..
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