Nella solennità della SS. Trinità ci voleva proprio....
Il
canto degli uccelli, alle prime luci dell’alba, fanno maggiormente assaporare
il “dolcissimo” letto, dove si può
pensare di tutto; e riflettere anche su
Dio e sul proprio destino; e perché Dio abbia rivelato all’uomo la sua vita
intima a Tre.
Per un
“ateo” questa composizione sulla vita intima a tre di Dio, è un non-senso, per un mussulmano una eresia punibile con la morte, per un cristiano un’esperienza che,
d’altra parte, si augura ai credenti di ogni religione.
I tre fiori
nominati: calicanto, giglio e madreselva
alludono alle tre Persone divine. Madreselva è il nome popolare di
caprifoglio. Va meglio per indicare lo Spirito Santo; il quale è in ebraico un
nome femminile:“Ruah” mentre in latino (e nelle lingue neolatine) è maschile. Nella –“Ruah” gli Ebrei percepivano la dimensione femminile-materna di Dio Padre.
E
MI RISVEGLIO IN TE... O TRINITÀ
Il canto degli uccelli
al primo albore
mi sfiora lieve
e mi risveglio in Te
o Trinità.
Tu
già mi guardi
con
quei tre volti
appena
percettibili
in un
tutt’uno
e
accenni ad un sorriso
soffusa
d’una luce seducente
eppure
trascendente
e
d’un profumo
come
di calicanto
e
giglio e madreselva.
Respiro,
gli occhi chiusi, il tuo Respiro
e il
tuo Pensare
immenso
e in
breve il mio vagare
da un
sogno all’altro
ancora
così miei
svanisce
in un
riposo vigile, stupito
e
quasi intimorito
d’una
beatitudine
non
mia.
Mi
guardi ed io ti guardo
assente
in Te
ad
ogni turbamento
eppur
presente in Te
a
tutto il firmamento:
a
vite sconosciute dei tuoi cieli
a
stelle senza fine
a
questa terra fragile, sperduta
al
divenire effimero dell’uomo
e al
suo morire.
Con
quello sguardo
m’arrivi
alle vertigini
dell’anima
in
una leggerezza cristallina
ch’è
tenerezza
intimità
silente
pura
fecondità.
Tre
in uno
Tre
in me
corde
d’arpa vibranti d’energia
sottile,
imponderabile
eppure
così forte
al
sorgere d’un giorno e d’una attesa
al
canto della vita sulla morte...
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