Roma, 3 gennaio 2012. L’uscire prima dell’alba facilmente si coniuga col vivere nella notte dove c’è pure il fascino dell’oscurità, non disgiunto da qualche paura. D’altro canto, è in questo fascino inquietante che maturano le contemplazioni più esistenziali, e direi più coinvolgenti. S’aggiunga quell’ attesa d’una luce crescente ad est… che gli animali avvertono molto prima dell’uomo. E la cantano sentendola quasi come una gratuità ed una attesa… disturbando l’uomo che, invece, si attarda e si disperde in balordaggini serali quasi come prolungamento di un giorno tutto suo o come voglia d’un soggiorno sul pollaio-terra che non si vorrebbe mai finito, con potere su persone e cose, su tempi e spazi. A volte sembra che gli animali siano più “ecologici” dell’uomo, almeno nel rispetto dei ritmi e dei tempi della natura… L’uomo invoca spesso una “libertà nel gestire se stesso e la natura” che gli è stata data; senza riflettere da chi l’ha avuta, come e perché usarla. Dovrebbe ripensarsi a partire dal “linguaggio” della sua coscienza in sintonia con quello meraviglioso del cosmo. Non per niente, Cristo gradiva passare notti in contemplazione, come “Con-creatore” e “Con-signore” del cosmo stesso!
Precorro l’alba nell’oscurità
d’una stradina non illuminata
se non dal tremolio di tante stelle;
le guardo affascinato
e pedalando sulla vecchia bici
quasi da automa vado ripensando
al numero degli astri, a le distanze
dall’uno all’altro,
alle fiammate atomiche che n’escono
e in una corsa folle d’anni luce
si rendono visibili anche a me…
Chi sono per pensare a tanto e fremere
di un’impotenza astrusa, radicale ?
Non posso annichilirmi e questo è il male
che sto soffrendo
solo che aspiri ad una autonomia…
Tutto dipendo
tutto, dai piedi al capo e nel respiro;
e in tante lontananze che sovrastano
la piccola mia corsa mattutina
mi sento un niente
cui ineludibilmente batte un cuore.
Ma dimmi, o sfavillio, cos’è l’amore
e dov’è mai ?… Forse lassù, nel buio?
Forse quaggiù nello stridio dei galli
dal trono d’un pollaio? O forse più
non nella corsa inquieta d’auto blu
ma in questo mio pensare insopprimibile
a una Sovranità che m’interpella
e regna in me effondendo commozioni
e palpiti già prima dell’aurora?
Chi sa quanto è diverso il mio destino
da quello d’altre vite e delle cose ! …
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