In volo dall’Africa, 30.06.2007. Anche quell’asino a cui accenno è finito al macello. E di libertà ne ha goduta poca; in maniera inversamente proporzionale alle legnate che prendeva dal padrone piuttosto focoso specialmente se in preda a qualche litro di birra. Ma il fatto così particolare mi ha portato ad un “universale” che tutti viviamo. Specialmente se si vive dentro certi regimi politici, o se sono donne o ragazze incastrate in certe culture.
Ruppe la corda l’asino e fuggendo
lungo la carreggiata,
girava il capo a chi lo rincorreva
ragliando,
il muso in alto e schiuse le narici:
“Spettano pure a me una libertà
che tu m’hai sgraffignato
ed una dignità
che tu m’hai bastonato”.
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2 commenti:
Troppo mite quell'asino, assolutamente troppo mite per rappresentare il suo gesto di ribellione contro un "birraiolo" d'uomo quale era il suo padrone. Peggio ancora se era un'asina. Sistemarlo a calci doveva. Francesca Boniperti - Torino.
Mi piace curiosare nei blogs. Questo prete ne ha di belle. Fa parlare perfino gli asini. Mi viene in mente Benjamin l'asino della Fattoria degli animali di Orwell; l'unico che sapeva leggere ed è finito al macello pure lui, perché sapeva e diceva agli altri troppe cose; fu condannato dai porci al potere con Napoleone in testa. Quando si nasce asini, si deve restare asini. Questo è il dramma al di là delle proteste. E lo sento come mio, dato che sono nato in una famiglia poverissima e sto studiano all'università. Teresio Cantore Torino
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