Il tempo che fugge ti riporta il pensiero alla meta ultima che s'avvicina inesorabilmente. Abituati a gioie parziali ed effimere, spesso guastate da negatività e limitatezze che oggi non si osa chiamare peccati o vizi, stentiamo ad accettare e ad indirizzarci verso un aldilà non di sopravvivenza oscura ma di pienezza luminosa. Tanto più se si deve ammettere che la pienezza sta tutta e solo in un Essere supremo ma sfuggente o non “sperimentabile” secondo i più, tanto meno se lo si pensa talmente “innamorato” dell'umanità da recuperarci “facendosi uno di noi”... in tutto fuorché il peccato. Divinamente “mite ed umile di cuore”.... Ed ecco una mia poesia inedita...
S'ANNIENTA, LUI,
INFINITO
S'annienta, Lui, infinito
nella mia nullità e pur
d'essermi intimo
mi si offre che sembra
pane e vino
e chiede di nutrirmi e
abbeverarmi
del corpo e sangue suo
lasciandosi assorbire dai
tanti acidi
fisici e spirituali che mi
porto
da non risorto
per assorbirmi in Lui, il
risuscitato,
e farmi assaporare quel
mistero
di due nature nella sua
Persona
divina in quel tutt'uno a
Tre
col Padre e il Santo
Spirito.
Il Verbo, alla sua umanità
innocente
tutti ci unisce, offrendo
il suo martirio
per reimmergerci nella sua
pienezza
e fonderci, quasi unica
persona,
in quello Spirito che è
Comunione
ch'è attrazione,
dinamica, energia
anche dell'universo.
Spirito il cui riverbero
per noi è sigillo e
forza e profezia
d'una felicità che ci
trascende,
è un alleluia d'infiniti
cori
già fin da questa valle
di dolori;
è un canto di
resurrezione eterna...
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