13 agosto 2015

Tramonto sulle Dolomiti

 Mi ritornano alla  memoria le Dolomiti tutte, le Valli di Papa Luciani e l’unica volta che salii sulla Marmolada, 55 anni fa. Rivivo ora il tutto con la stessa intensità, quasi percependo l’innocenza del creato “vanificata” o sfruttata dall’uomo come scriveva S. Paolo proprio ai Romani così “pieni delle godurie create con la loro ricchezza”. Panem et circenses: il resto non importava tanto. 
In questi momenti estivi, digiuno culinario che svuota e libera il corpo  e contemplazione cosmica che sazia e inebria lo spirito…. e di qui, la poesia sottostante.


TRAMONTO SULLE DOLOMITI

  Sopra i ghiacciai delle Dolomiti
è un fremito d’un intimo bagliore
il tramonto che sfuma e si diffonde
multicolore
sulla morbida neve ancora intatta.

Nella fugacità di quegli istanti
rimpiango e canto la bellezza immensa
d’un sole che sparendo
inonda di riflessi
la solitudine ultima dell’essere
e l’illusione d’un eterno andare...

Ascolto in me il silenzio iridescente
che avvolge  valli e cime come un manto
dal quale lentamente
fioriscono le stelle
che brillano guardandomi
e danzano i miei sogni
ma senza riscaldarli e illuminarmi.

La notte ammalia, ma mi scava dentro
il buio e il freddo che io ancora sono;
ed invincibilmente anelo a un’alba
ad un calore
che intrida di sapore
il tempo così sacro che mi resta...






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