Nel 2005 mi trovavo a Toumbouktou (Mali) sulle rive del Niger. A chiusura del Ramadam, andai a salutare anche l’Iman. Uscito dalla Moschea, fui invitato da uno dei 27 cristiani a benedire una ragazza morente di Aids. Stava stesa su una stuoia nell’ingresso buio di casa, assistita dalla mamma.
In altri tempi e in luoghi a maggioranza assoluta cristiana, incontrai altri giovani… consumati da alcool e droga e sesso sbagliato…; e altri finiti suicidi! Quasi sempre per “vuoto di Dio”, per “ fede perduta” o mai “proposta”! Mi hanno suggerito questa poesia…
La fioritura “di venditori ambulanti di verità inventate” sta ad indicare esattamente che, nell’era della scientificità, i millantatori sono più che mai numerosi e creduti; e, paradossalmente, in proporzione che non sono credibili… D’altra parte, le persone credibili in base alla serietà del loro comportamento e all’obbiettività filosofica dei loro ragionamenti, non sono credute!
Di qui la fatale deriva dei giovani che arrivano a non credere più a niente e a nessuno; neppure a se stessi. E preferiscono “il delirio del piacere immediato o della morte; del suicidio”...
La fede “umana”, e tanto più la fede “trascendente” che sgorga e aderisce ad un Cristo crocifisso e risorto, e fa stare accanto al “disgraziato”, amandolo com’è e assistendolo da dov’è, si vorrebbe che non facesse parte del retaggio politico-culturale europeo. Ci si domanda: Alla fine dei tempi “quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” (Lc 18,8).
Di qui, la poesia che segue:
La fioritura “di venditori ambulanti di verità inventate” sta ad indicare esattamente che, nell’era della scientificità, i millantatori sono più che mai numerosi e creduti; e, paradossalmente, in proporzione che non sono credibili… D’altra parte, le persone credibili in base alla serietà del loro comportamento e all’obbiettività filosofica dei loro ragionamenti, non sono credute!
Di qui la fatale deriva dei giovani che arrivano a non credere più a niente e a nessuno; neppure a se stessi. E preferiscono “il delirio del piacere immediato o della morte; del suicidio”...
La fede “umana”, e tanto più la fede “trascendente” che sgorga e aderisce ad un Cristo crocifisso e risorto, e fa stare accanto al “disgraziato”, amandolo com’è e assistendolo da dov’è, si vorrebbe che non facesse parte del retaggio politico-culturale europeo. Ci si domanda: Alla fine dei tempi “quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” (Lc 18,8).
Di qui, la poesia che segue:
SONO UNA FOGLIA STANCA DEL SUO RAMO
lei, diciott’anni appena, mi guardava
scavandomi nell’intimo l’affanno
di vederla già in fondo al precipizio.
Muovendo il capo, a sbalzi sospirava:
“La vita è la
coscienza d’un morire è un bagliore, nient’altro che un bagliore,
un fulmine che uccide la speranza
d’un cielo azzurro, d’un giardino in fiore”…
“Sorella, -le risposi- per chi crede
lassù, tra le montagne del tramontoc’è un valico sfibrante ma che s’apre
su versanti di luce, di pienezza,
dove non c’è dolore, non c’è angoscia ”.
E lei: “Fratello, il niente resta niente
la sofferenza una malizia aggiuntala fede l’illusione d’un demente
che non conosce l’urlo del nonsenso
umano e cosmico salirgli dentro”.
Gli occhi negli occhi, percepii l’abisso;
una distanza muta tra
due vitela mia e la sua… bruciata al primo sole.
Scrollai la testa, le sfiorai i capelli
come per dirle addio; ma lei fissandomi:
“Sei prete, tu?”. “Sì, -le risposi- un prete
che vale niente e poco ti capisce;che avverte a stento il fremito di Dio
nella foglia che trema come te
quando il cielo si scatena in lampi
o… nella madreselva che profuma
soltanto a sera, dietro un muricciolo,o… nelle prime stelle della notte
speranze lontanissime anni-luce
anche se così immense, così vere”…
consumata dall’alcool, dalla droga;
non credo che alla morte e al suo delirio!
…Prete, ma tu … che sai dell’aldilà”?
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