08 novembre 2011

SVETTAVA SOPRA GLI ALTRI MA ERA MORTO

Nairobi, 9.06.2011. Ieri sono uscito sulla sconnessa strada che conduce al Resurrection Garden, girando a sinistra; fino alla curva a gomito, dove stava un albero con rami mezzi vivi ed uno, il più alto, spoglio, stecchito. Mi è venuto immediato, l’ultimo verso con riferimento a capi politici e religiosi, che svettano, a volte da anni, sopra i subalterni, con una passività sterile ed una voglia di dominio incontenibile. Sono morti, fuorché fisicamente, e fanno morire tutti pur di non scomparire o lasciarsi potare per lasciare crescere altri al loro posto.
Stamattina alle 2.30 mi sveglio, ancora intontito, ma sento il bisogno di uscire; il sistema nervoso ha le sue esigenze e il cuore pure; esco per contemplare le stelle all’Equatore, con la Costellazione dello Scorpione al centro, e .. ringraziare chi le ha fatte, quasi percependolo. Mi disturbavano, soltanto, le piccole lampadine del Centro, tenute accese per “ovvie prudenze” contro malevoli “invasori” notturni. E nuovamente ho pensato ad intrusi e parassitari d’ogni specie, presenti nelle nostre Istituzioni. Tornato in stanza, ho scritto gli altri versi, addormentandomi poi seduto alla scrivania, testa sopra il computer. Fino alle 5.30, quando ho completato questa didascalia; e mi sento stranamente riposato.


Un albero robusto, pieno d’anni
lasciato al suo destino, senza cure
né potature
si protendeva al cielo con dei rami
intensamente verdi, rigogliosi
e con alcuni già intristiti e stanchi.

Un ramo intorcolato, tutto nervi,
nudo, senza una foglia
svettava sopra gli altri, ancora preso
da tanta, eroica voglia
di sovrastare…
e non capiva d’essere già morto.

Nessun commento: