02 dicembre 2010

A MONS. IGINO STRAZZACAPPA

Roma, 2 settembre 2009. Ci sono dei sani “provocatori” come i tre fratelli Zuliani, tutti e tre preti diocesani,  Rizzieri, Fernando e Dino, che da 21 anni è anche successore dell’arciprete di Montegalda, Mons. Igino Stzrazzacappa. D’accordo, m’hanno sollecitato a ricordare chi ha “costruito” le opere parrocchiali ex novo, Mons. Igino  Strazzacappa, senza dimenticare il Fratello Mons. Giovanni Strazzacappa Fondatore, tra l’altro,  di Presbyterium e del Cenacolo per Preti anziani nella ristrutturata canonica della Vecchia Arcipretale.
Mons. Igino era piccolo fisicamente, gigante spiritualmente. Merita d’essere ricordato ma più ancora venerato. Di qui l’auspicio che quanto prima le sue spoglie mortali siano traslate là dove egli desiderava essere sepolto: nella Cripta della sua Chiesa; cripta da poco disidratata e rinnovata e resa accessibile anche ad anziani e a disabili; cripta che lui stesso dal Paradiso non mancherà di guardare con tenerezza e inviterà anche i parrocchiani più giovani a visitare come  luogo del suo riposo,  aiutandoli a scoprire il cammino  d’uno come loro divenuto prete e parte sia pur lontana della loro storia, e a diventare essi stessi “storia” di Cristo per l’uomo d’oggi…


 
Da quella foto appesa
nell’atrio dell’Ufficio parrocchiale
don Igino, carissimo Arciprete
di Montegalda e della sua rinascita
ancora tu ci guardi,  ci  soffermi

e quello sguardo acuto e sorridente
rimane dentro come tua presenza
per quanto misteriosa, come l’attimo
d’una memoria, d’una vita offerta
d’un sogno divenuto realtà…

Ora dal nostro cimitero attendi
di riposare in pace nella cripta
linda, accogliente e mistica
della grandiosa chiesa che hai voluto
negli anni d’una guerra fratricida.

Se alcuni non capirono il tuo cuore
altri correvano con buoi e carri
a prenderti le pietre di Costozza
o, quasi gocce di rugiada, offrivano
denaro e manodopera e consigli.

Povero e sobrio e riservato, tutto
ti spendesti da una famiglia all’altra
e nel rigore della tua preghiera,
liturgica e mariana, sublimasti
giorni d’occupazioni e sofferenze …

Ora la chiesa nuova e il campanile
e le strutture parrocchiali attorno
e le pitture
aperte al misticismo dell’Oriente
sembrano dirti: Vieni qui per sempre.

Sì, ti verremo a prendere su carri
adornati con pietre grigie e bianche,
con  buoi al traino, se ne troveremo;
e con te, Papa Urbano che riposa
quasi ignorato  nella vecchia chiesa…

Nel susseguirsi di generazioni
senza un futuro quando senza storia
respireremo insieme l’Infinito
che abbraccia i tempi e chi s’è svigorito,
da te imparando che la vita è dono.

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