NATALE
2016
Roma,13 dicembre 2016. Certe poesie possono nascere dall'assurdo d'un raffreddore cattarroso dalla testa ai polmoni, che per tre giorni mi ha reso afono nella voce e sonorissimo nel resto.
Perfino il buon Dio deve aver riso e per compassione mi ha suggerito di dirgli grazie anche per questo contratempo, e di esprimermi scrivendo alcuni suoi suggerimenti interiori sul Natale, condividendoli con i contratempi di Maria e Giuseppe e del loro Bimbo, in quella “discesa senza paracadute” che fu l'incarnazione del Verbo, la fuga in Egitto e tutto il resto fino a quel “santo Sepolcro” per fortuna lasciato poi vuoto, per un richiamo suo (e anche per noi ) altrettanto irresistibile verso l'Alto alla destra del Padre...
Guardando a quella
stalla, a quella greppia
dove, Gesù, to
fosti partorito
e dolcemente posto
a riposare,
ancora tremo solo
a ripensare,
che avevi scelto
dall'eternità
di nascere così,
in un'umiltà
sospinto solo da
un celeste amore
davvero fuori
d'ogni umana logica ...
Amore che i
superbi non capirono
e il Cielo
stranamente rivelò
agli ultimi del
popolo, i pastori
attratti da
armonie e da voli d'angeli,
ai primi
dell'astrologia, i tre maghi
guidati a ritmi
alterni da una stella.
E giunsero a
Betlemme trasognati
la notte stessa o
molti giorni dopo.
Gli occhi negli
occhi di Maria e Giuseppe,
ne colsero un
incanto trascendente
per Te piccino
ch'eri l'Infinito,
e per ogni Tuo
minimo vagito
quasi annucio d'un
tragico cammino
tra il tuo popolo,
da Betlemme a Nazaret,
e per le strade
della Palestina
fino al colle
della tua immolazione.
Sei Tu quel bimbo
che anche noi adoriamo
come mistero d'una
congiunzione
divina e umana in
Te, unica persona
Sei Tu
l'Emmanuele, il Dio per noi,
e vuoi stringerci,
un tutt'uno in Te
col Padre che è
l'Amore e nello Spirito
come primizie
dell'umanità,
e olezzo della tua
misericordia...