Un inno alla natura volando sopra le Ande. Ci voleva pure una poesia che mi è venuta di getto.
TRA LE ANDE
Sento cantarmi
ancora immenso il volo
dei condor tra le
cime delle Ande:
correnti d’aria
pregne di profumi,
grida di gioia,
ali spiegate e immobili
tra sole e nubi e
picchi e precipizi
sul cuore gonfio
dei torrenti in piena;
errano come sogni
liberati
dall’intristita
frenesia dei giorni
in ampi giri pieni
di mistero.
Ma sento risalire
anche il silenzio
d’alberi abbarbicati
l’uno all’altro
che succhiano con
brividi invisibili
l’acqua tra i
muschi delle rocce;
ed ogni foglia è
immersa nell’ebbrezza.
Vibrano in esso e
sole e luna e stelle,
e il buio ostile
della selva e grida
e sobbalzi
sfuggenti d’animali
e il trepido mistero
d’ogni parto.
Alberi amici,
quanto siete veri
dicendomi il
sapore della vita
pur tra intricati,
oscuri fondovalle!
Condor in volo
sulle nevi eterne,
con quanta poesia
mi ritessete
l’incanto
d’orizzonti oltre ogni morte.
Con voi mi affiora
impercettibilmente
la nostalgia d’un
Grembo ch’è da sempre
e mi riavvolgerà
nel suo mistero.